L’occasione di una carriera. Una medaglia al collo in casa, per l’Italia, conquistata in una piscina con tradizione, rinata dopo anni di abbandono. Domani alla Scandone, alle ore 12, il Settebello allenato da Alberto Angelini chiede strada alla Russia nella corsa verso l’oro all’Universiade di Napoli 2019. L’obiettivo di mesi di lavoro è a un battito di ciglia. “Domani si festeggia in ogni caso, gli atleti napoletani in squadra potranno coronare il sogno di scendere in acqua nella propria città. Ho vinto l’Universiade nel 1987 a Zagabria, conosco quelle sensazioni ma giocare a Napoli è emozione unica, rivivo l’adrenalina attraverso loro. E per l’oro invochiamo, se necessario, anche l’aiuto di San Gennaro”, scherza Paolo Trapanese, mito della pallanuoto napoletana, oro all’Universiade di Zagabria nel 1987 con un altro asso come Pino Porzio. Mentre Carlo Silipo, leggenda della pallanuoto italiana, tecnico dell’Under 20 della nazionale italiana e coordinatore tecnico del Posillipo, ha avvertito sulla pelle le sensazioni offerte dalla Scandone gremita, quando non c’era spazio neppure per uno spillo nell’impianto napoletano: “Si gioca nella casa della pallanuoto più importante d’Europa per tradizione, calore, capienza di spettatori al chiuso. I russi sono molto forti ma lo è anche la nostra nazionale, con un super tecnico come Alberto Angelini. Ma sarà la Scandone a fare la differenza, quando è al completo è in grado di condizionare il risultato”.
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UNIVERSIADE: PALLANUOTO, L’URLO DELLA SCANDONE PER IL SETTEBELLO
Redazione
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